La Fratres di Acicastello
E' il secondo gruppo donatori Fratres della Sicilia.
E' un’Associazione di ispirazione cristiana, senza scopi di lucro, apolitica, che crede nell’importanza della donazione come gesto di solidarietà e generosità. Si avvale di volontari, persone impegnate, che prestano la loro opera gratuitamente e responsabilmente nel rispetto delle leggi esistenti.
Il Gruppo Donatori di Sangue FRATRES Acicastello, nasce nel 1976 con lo scopo di diffondere nel suo territorio l'importanza della donazione del sangue e dei suoi emocomponenti.
L'affiliazione alla Consociazione Nazionale fu data il 14 febbraio 1976 dopo un lungo e difficile processo durato diversi anni. Per l'occasione, il sindaco dell'epoca, Saro Pennisi, accolse nel Palazzo di Città i massimi dirigenti Fratres che erano "scesi" dalla Toscana al gran completo; fu festa grande. Li guidava il Presidente Nazionale Alfredo Merlini e l'assistente spirituale don Armando Corsi. L'avvocato Merlini non perse tempo a congratularsi con Santo Leonardi, dandogli pubblicamente atto di aver vinto una difficile scommessa, onorando un impegno assunto qualche anno prima.
Leonardi aveva lavorato a Prato dove aveva "scoperto" la Fratres e la Misericordia. Ottenuto il trasferimento a Catania, congedandosi dagli amici toscani, aveva promesso che non avrebbe dimenticato l'esperienza di volontariato di quegli anni e che avrebbe tentato di far nascere la stessa esperienza sotto l'Etna. Più che una promessa era una scommessa, una difficile, ardua scommessa.
Per i profondi e radicati preconcetti legati, all'epoca, alla donazione del sangue; allo stesso atto della donazione, spontanea e gratuita. Oggi, pur permanendo notevoli riserve che impediscono di andare a donare come sarebbe necessario, non è più come allora: anzi è ormai diffusa la preoccupazione di dover tentare, addirittura, una giustificazione per un atteggiamento che si sa esser poco sostenibile. Trent'anni addietro era, invece, vero tutto il contrario. E chi parlava di donazione di sangue dalle nostre parti, era... un alieno!
Ma le difficoltà di questi pionieri non erano legate ad una questione "solo" culturale. C'era, infatti, da lottare, spesso anche fisicamente, contro i "datori", quelli che il sangue lo vendevano; e, soprattutto, contro gli "intermediari", avvoltoi che sfruttavano e lucravano sulle sofferenze dei pazienti bisognosi ma, anche, di quei poveri diavoli che il sangue erano costretti a vendere. Per necessità. Senza alcuna precauzione e rispetto dei termini temporali di cautela.
Storie di cui si è persa la memoria.
Che sono state cancellate dalla determinazione dei "pionieri" di Acicastello, il cui esempio venne, dopo poco tempo, seguito dai volontari di Acireale (S. Maria del Carmelo), di Belpasso e di Catania (che, dopo la nascita degli altri gruppi cittadini, sarà chiamato - impropriamente - "di via Etnea"). Da queste esperienze la diffusione, in pochi anni, dei Fratres di tanti paesi etnei e nell'isola, con una presenza che colloca oggi la Sicilia al terzo posto tra le regioni (dopo Toscana e Puglia) per numero di associazioni di ispirazione cristiana attive sul territorio.
Per il radicamento del gruppo donatori di sangue di Acicastello importanti e decisi sono stati il sostegno e l'impegno profusi dal vice-parroco dell' epoca don Orazio Adamantino, dai coniugi Giuseppina Toscano e Carlo Blanco, da Angelo De Luca e da Orazio Leonardi.
Assieme all'attività di donazione, il gruppo di Acicastello ha avuto il merito di aver organizzato, nel 1978, la Fraternita di Misericordia, inaugurando così un servizio di volontariato sociale e cristiano che, nel tempo, si è poi largamente diffuso nei Comuni siciliani.
Nella "storia" della Fratres e della Misericordia di Acicastello un capitolo importante è stato scritto da mons. Salvatore Sinatra che sostenne sempre le due opere. Un grande medaglione con la sua effige, sistemato nel 1996, nel primo anniversario della morte, lo ricorda nella sede della Misericordia di Acicastello in via Battiato 13.
I "pionieri" di Acicastello hanno davanti un'altra scommessa: conseguire le unità di sangue necessarie al fabbisogno Comune. Un traguardo lontano ma che può e che deve essere conseguito. Ed, in ogni caso, tentato.
La buona volontà non manca ed il fermo convincimento di superare la fase della testimonianza ed andare a scrivere un'altra pagina da "pionieri", vincendo la scommessa dell'autosufficienza, è un traguardo che stimola l'attuale quadro dirigente.